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20 novembre 2023 - mangiamonaturalmente

Gli oli essenziali: non chiamatele essenze!

Le piante, nel corso dell’evoluzione, hanno selezionato la produzione di sostanze che le aiutassero a combattere parassiti, funghi, batteri e virus, oppure ad evitare di essere mangiate da alcuni erbivori o incoraggiassero altri ad ingerirle, per diffondere i loro semi o impollinarle. Tra queste gli oli essenziali meritano un capitolo a parte: sono in realtà un mix di più sostanze aromatiche (che evaporano facilmente, emanando un odore caratteristico).

Al di là della funzione che hanno nelle piante che li producono, fin dall’antichità l’uomo ha imparato ad utilizzarle per scopi benefici o curativi. Ad esempio il nome stesso della lavanda deriva dal fatto che i Romani usavano aggiungerla all’acqua del bagno, per renderlo più rilassante e lasciare la pelle liscia e profumata. Più tardi, con la distillazione a vapore, si è riusciti ad estrarre gli oli stessi per utilizzarli direttamente in maniera più efficace, essendo più concentrati, tanto che la sapienza popolare ne ha adottato l’uso a scopo curativo per diverse problematiche (infezioni, alterazioni dermatologiche, fermentazione intestinale, ecc.). Più recentemente, a distanza di molti secoli, si è iniziato a studiare scientificamente effetti positivi e collaterali di questi potenti oli, dando origine all’aromaterapia scientifica.

Anche se in alcuni casi ancora non ci sono abbondanti dati, per molti oli essenziali e vegetali è ormai chiaro che per utilizzarli bene è necessaria una conoscenza approfondita della materia e l’utilizzo di oli di elevata e comprovata qualità. Al contrario le essenze sono spesso sostanze, naturali o di sintesi, che danno profumo, ma non contenendo quello che si chiama fitocomplesso, non possono ambire ad essere usate a scopo curativo. Altrettanto oli estratti con solventi o con l’aggiunta di composti non naturalmente presenti nella pianta, possono avere effetti dannosi sulla salute. Si è visto inoltre che ci sono effetti diversi a seconda che vengano ingeriti, spalmati sulla pelle o inalati. È bene specificare che non tutti possono essere usati indifferentemente per via interna, cutanea o inalatoria, pena anche gravi effetti collaterali e comunque, vista la loro potenza, devono essere sempre opportunamente diluiti in oli vegetali, i quali possono essere abbinati in modo da sfruttare anche le loro proprietà benefiche.

Oltre alla lavanda, sicuramente l’olio essenziale più studiato con effetti calmanti per il tono dell’umore, lenitivi per la pelle ed antibatterico, alcuni esempi di oli, estratti da piante molto comuni, sono:

  • - origano e cannella (potenti antibatterici ed antifermentativi)
  • - menta piperita e zenzero (tonici dell’umore e favoriscono la digestione)
  • - arancio dolce e ylang ylang (rilassanti e favoriscono il riposo)

Insomma usati correttamente da professionisti abilitati ed esperti, possono essere un valido aiuto in molte situazioni, anche per combattere l’antibiotico resistenza, argomento si salute pubblica di primaria importanza.

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